Mecenauta

Discovery MaMo 2

il fato, le influenze artistiche, il futuro

Serena Agneletti

Copywriter

Nella prima parte della non-intervista a MaMo abbiamo conosciuto i suoi esordi, i protagonisti, lo stile e la poetica delle sue opere. Oggi è la volta di indagare il ruolo giocato dal fato nel processo creativo dell’artista perugino, le influenze artistiche vere e presunte e di gettare uno sguardo al futuro.

Opera che ritrae un flacone spray della serie UPGRADE con un particolare effetto condensa sulla superficie
“Servire ghiacciato” (foto scattata alla mostra Queen Pass)

Il ruolo della casualità

Gli incontri con figure importanti per la carriera di MaMo sono spesso frutto del fato:

  • quello con Luca Tomìo, suo critico e pigmalione fino al 2019, a Milano. Sarà proprio lui a indirizzare l’importante collezionista italiano verso l’opera Il Generale della Musica alla mostra di Avigliano Umbro;
  • l’incontro-scontro con il curatore della Biennale di Venezia Angelo Bacci, risentito per non essere stato citato durante la conferenza stampa. L’incomprensione si trasformerà in amicizia e nell’Expo di MaMo a Palazzo Zenobio e Ca’ Sagredo (due baluardi della Serenissima), in contemporanea con le opere artistiche di Lorenzo Quinn.

Il fato guida anche la composizione di alcune sue opere:

  • L’automobilina d’antan che applica a Il Signor Fiat (quadro raffigurante Gianni Agnelli) ha il numero 21 ripetuto due volte sulla carrozzeria; inizialmente pensa di coprirlo, ma quando scopre che anche nella data di nascita dell’Avvocato il 21 compare due volte (12/03/1921, con il 12 che può essere letto come un 21 rovesciato), decide di mantenerlo.
  • Trova la pistola della benzina protagonista dell’opera La Sciabolata grazie al suo personal trainer, che lo mette in contatto con un proprietario di stazioni di rifornimento che si allena nella stessa palestra.
  • L’effetto condensa del quadro Servire ghiacciato è frutto di un esperimento tecnico in cui MaMo applica la protezione trasparente spray sopra il vetro della bottiglietta dello spruzzino.
  • Il carrarmato che in Strawberry War spara fragole, inizialmente dedicato alla voglia di uscire dal clima pesante della pandemia, fa il suo esordio alla mostra Queen Pass nel giorno in cui scoppia la guerra tra Russia e Ucraina e intercetta drammaticamente anche il tema del conflitto.
Opera raffigurante una pistola da carburante stappata con una sciabola come fosse una bottiglia di champagne, da cui escono pietre e perle a rappresentare il liquido contenuto. Sullo sfondo il logo dell’Agip, a cui è stata apposta la scritta “Luxury brand”
“La sciabolata” (dal profilo Instagram di MaMo)

Studiare l’arte per non riproporla

MaMo è stato accomunato alla Pop Art e a Enrico Baj, ma si tratta di convergenze inconsapevoli. Quando inizia a fare arte, non conosce in modo approfondito la storia dell’arte. Solo in un secondo momento la studia, con il preciso intento di evitare la replica di cose già fatte.

Il secondo è il primo degli ultimi, scandisce più volte durante la nostra chiacchierata citando Enzo Ferrari. Ecco perché, davanti a certi avvenimenti, la sua arte non può seguire il percorso standard di una lenta maturazione e sboccia improvvisa e impetuosa.

È attratto dal mondo della street art, da cui prende delle idee che poi sviluppa in modo personale. La scelta di usare le bombolette spray come supporto su cui realizzare le opere è ispirata a Mr. Brainwash (un celebre artista e writer francese). MaMo propone la sua versione: se lo street artist le connota apponendo su ognuna il nome di una città, lui riproduce sulla loro superficie le miniature dei suoi lavori più celebri.

Quadro che raffigura la Regina Elisabetta in versione influencer, con shorts di jeans e una canotta stile Gucci su cui è scritto “Common sense is not that common” (il senso comune non è così comune”).
“Fashion Queen“, opera da cui è stato tratto un NFT a basso impatto energetico in occasione della pubblicazione del Manifesto sulla Sostenibilità degli NFT

Cosa c’è nel futuro di MaMo?

Da giocatore d’arte e da persona che non si prende troppo sul serio, l’artista non vuole fare previsioni. Finora il fato ha giocato un ruolo importante nel decretare la sua fortuna e non gli dispiace lasciarlo al comando per un altro po’. Certo, ci sono dei progetti all’orizzonte, come l’idea di lanciare una linea di merchandising, ma si riserva di approfondirla in una fase più matura e consolidata del suo percorso artistico.

Domanda quasi obbligata: e gli NFT? MaMo si fa trovare pronto: è del 16 marzo 2022 il lancio del suo primo lavoro NFT. Si tratta di un’opera-manifesto non in vendita, appoggiata sulla piattaforma blockchain Stratis (una delle più sostenibili dal punto di vista energetico), la cui impronta di CO2 è stata neutralizzata da un albero piantato da Treedom (e-commerce italiano che permette di piantare alberi in varie parti del mondo, sostenendo l’economia e la formazione professionale in loco).

L’obiettivo del progetto, una partnership tra l’artista perugino, il professore di strategia e sostenibilità aziendale della University College London Paolo Taticchi e l’NFT designer Michele Fabbro, è invitare le aziende a un uso responsabile della nuova tecnologia per produrre arte, per arginare i rischi in termini di impatto ambientale. A fare da ambasciatrice artistica dell’iniziativa è la Regina Elisabetta II, simbolo di “leadership responsabile” (come dichiarato da MaMo nel comunicato stampa di presentazione del progetto) riproposta nella versione Fashion Queen, ma con un nuovo messaggio sulla canotta: “NFT – Use and consume responsably”.

A dirla tutta, un sogno nel cassetto l’artista ce l’ha ed è sintetizzato dall’hashtag (pretenzioso quanto autoironico) #MaMoalMOMA. Non sappiamo che piani abbia in serbo il caso per lui, ma glielo auguriamo di cuore!

 

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